Gen 12, 2009
Come estendere la lotta?
I greci sono stupefatti all’idea che in diverse citta’ italiane gli anarchici si contino sulla punta delle dita. Non conoscono una repressione cosi’ forte come accade dale nostre parti, e non hanno avuto il ruolo storico della sinistra nel fomentare la divisione tra “violenti” e “pacifici”.
La gente comune qua ha imparato a credere a quello che vede con i propri occhi, e mentre in dicembre gli anarchici incappucciati lanciavano Molotov alla polizia anziane signore solidarizzavano dagli edifici lanciando fioriere, seggiole e addirittura tavoli sulla polizia!
Solidarieta’ di strada. Mentre si sta distruggendo una stazione della metropolitana, i passanti passeggiano noncuranti. E’ superata la falsa questione della violenza. Dopo la sparatoria al poliziotto, e l’innesto della strategia della tensione, si poteva immaginare tutta un’altra reazione da parte della gente: ma per le strade di exsarchia gli abitanti del quartiere hanno ribadito che la logica del terrore non prendera’ piede e sono scesi per le strade… non contro il terrorismo come i sinistri sono soliti fare in italia, ma per mandare via la polizia che presidiava il quartiere.
La questione principale da noi parrebbe la chiusura e l’isolamento nel ghetto, la mancanza di uno spazio aperto di discussione, che in effetti e’ la cosa che piu’ sorprende in grecia. Non trasformare l’anarchismo in un’ideologia, ma vivere la teoria e pratica anarchica sul terreno su cui pone le sue basi: la rivolta sociale. Questa e’ la scommessa.
La pratica della rivolta aperta all’esistente, come e’ stata affermata in dicembre ad Atene, da i suoi frutti e oggi si puo’ entrare liberamente nella sede del principale sindacato dei giornalisti, occupato da 3 giorni. C’e’ chi dorme, chi scrive, chi ciclostila volantini.
Se nel frattempo i medici stanno organizzando l’occupazione di ospedali con assemblee aperte, e si vive un fermento sociale, questo e’ un effetto della societa’ in rivolta. Ma perche’ sia l’intera societa’ a rivoltarsi il messaggio e’ aperto e esce fuori dalla logica dei gruppetti.
La presenza di giornalisti e avvocati alle manifestazioni, e tra breve una manifestazione di giornalisti per le strade di atene, e’ un altro tassello che in Italia pare impensabile. Eppure giornalisti e avvocati sono sempre giornalisti e avvocati, pure qua.
Sara’ la radice greca del termine anarchia che ne fa un concetto di cui ognuno e’ in grado di appropriarsi?
Gli anarchici si sono guadagnati il rispetto della gente comune. E al blocco anarchico nella manifestazione studentesca del 9 partecipavano in tantissimi.
Spiego ai compagni greci che in Italia l’affermarsi di pratiche di leadership, autoritarie e’ il principale problema che spezza le gambe al movimento. Racconto che da noi il “protagonismo” e’ merda proclamata a gran voce da decine di centri sociali che cercano le luci della ribalta, dello spettacolo, e alla fine cercano posizioni di potere.
L’unica maniera che avremo in Italia di far ripartire un percorso di contestazione aperta all’esistente e’ spazzare via il campo dai capetti, gerarchi, che infestano le citta’, le assemblee, che formano scuole quadri per futuri gestori di potere dentro le scuole, che gestiscono centri sociali timbrando la gente all’ingresso e vendendo merce come in qualsiasi bar.
Non ci possono credere qua che in Italia non esistano assemblee dove la gente provi ad esprimere le proprie istanze. Il modello italiano e’ troppo sottomesso agli autoritarismi dei leader, generalmente di sinistra, per esprimere una pratica anarchica aperta e diffusa…
Quando nelle assemblee popolari in Italia non vedremo piu’ garrire le nefaste bandiere dei sinistri? Quando la gente smettera’ di aver fede negli strumenti del potere? Sara’ una dura lotta quella di proporre un contesto radicalmente differente a quello cui siamo abituati. Ma pare l’unica possibilita’ quella di estirpare alla radice ogni traccia che porti al mondo conosciuto, che conosciamo troppo bene, e che ci autoreprime quotidianamente.